Gli attualmente positivi calano dell’1,59% in 24 ore, mentre si registrano 533 guarigioni
Gli attualmente positivi calano dell’1,59% in 24 ore, mentre si registrano 533 guarigioni
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Sono 218 i nuovi casi di coronavirus alle 17 di lunedì 22 giugno e portano il totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia a quota 238.720, per un incremento dello 0,09% rispetto al giorno precedente. Nelle ultime 24 ore si sono contati 23 morti, +0,06% nel confronto con domenica. Gli attualmente positivi sono 20.637, ossia 335 in meno rispetto al giorno precedente (-1,59%), mentre si registrano 533 guariti (+0,29%). Questo il quadro generale che si coglie dai dati quotidiani della Protezione civile sulla pandemia in Italia.
Al momento i pazienti ricoverati con sintomi sono 2.038, di cui 127 in terapia intensiva. Sottoposte a isolamento domiciliare 18.510 persone ammalate.
Lombardia, casi al +13% dopo la fine del lockdown
Con la riapertura delle attività a maggio, a parte la Lombardia, dove l’epidemia sta calando meno velocemente rispetto al lockdown e c’è stato un incremento della trasmissione del contagio del 13%, nel resto delle regioni non si è avuto un aumento dei casi. È quanto emerge da uno studio dell’università Ca’ Foscari di Venezia, in via di revisione e pubblicazione, e in parte anticipato durante la giornata di studio online «Modellistica e Covid», organizzata dall’università di Trento. «Il confronto dei dati ci mostra che solo in Lombardia c’è stato un aumento dei contagi rispetto a quanto atteso durante il lockdown, mentre nelle altre regioni non ci sono state differenze significative o ci sono stati dei cali», spiega Enrico Bertuzzo, coordinatore dello studio. In particolare «in Veneto ed Emilia Romagna c’è stata una diminuzione rispetto a quanto previsto durante il lockdown, mentre nelle altre regioni la trasmissione è rimasta simile», continua. Sul perchè, diverse le ipotesi fatte. Secondo Bertuzzo potrebbe dipendere «dalla stagionalità e dall’impatto del caldo sul virus, anche se non è così sicuro, visto che in questo momento in Messico e Brasile, dove non fa freddo, i contagi sono in crescita». Oppure potrebbe essere collegato alla maggiore capacità di contenimento dei contagi da parte delle Regioni, «perchè adesso ci sono pochi casi. Ciò può spiegare perchè non c’è stato un rimbalzo dei casi con la riapertura delle attività». Per quanto riguarda la Lombardia, «l’epidemia sta calando meno velocemente di quanto faceva durante il lockdown, rispetto a cui si registra un aumento dei contagi del 13%, probabilmente per l’incremento dei contatti con la riapertura. In questa regione – prosegue – essendoci il maggior numero di casi, l’isolamento è più difficile e la circolazione del virus è più sostenuta».
Lazio, otto nuovi casi
In Lazio si registrano otto casi positivi e tre decessi. Due positivi sono collegati all’Istituto religioso Teresianum a Roma che è stato posto in sorveglianza sanitaria e dove sono stati effettuati test a tutti: si tratta di un giardiniere (Asl Roma 1) e una suora (Asl Roma 3). Nessuno può entrare o uscire dall’Istituto senza l’autorizzazione della Asl. Inoltre è stato ricoverato al Policlinico Umberto I un paziente proveniente da Dacca (Bangladesh) che riferisce di essere stato sintomatico già alla partenza. Avviata la notifica al ministero della Salute per le operazioni di verifica. Nella Asl Roma 1 un infermiere positivo è riferito alla coda del focolaio del San Raffaele Pisana che raggiunge così un totale di 119 casi. Nella Asl Roma 4 i due casi positivi sono stati individuati in sede di pre-ospedalizzazione e nella Asl Roma 6 un positivo è stato individuato al Pronto soccorso e trasferito poi al Policlinico Umberto I. A Latina la Asl considera chiusi i cluster di Priverno e della RSA San Michele, mentre all’ospedale San Giovanni dopo 620 tamponi effettuati è stato registrato il primo positivo al tampone al drive-in. Si conferma trend in calo nelle province che registrano zero casi.
Veneto, ultimi pazienti «forse i più complicati»
I malati di Coronavirus ricoverati negli ospedali del Veneto sono 223, due in meno del giorno precedente, con 29 positività: restano 12 i pazienti in terapia intensiva, con un solo positivo. Nel presentare i dati del consueto bollettino quotidiano, il presidente del Veneto Luca Zaia si è espresso in questi termini: «Probabilmente gli ultimi pazienti rimasti sono i più complicati dal punto di vista clinico. E questi ultimi 223 probabilmente avranno ancora bisogno di cure intense». Riguardo all’aumento dei positivi (19.247, +2), Zaia ha rinnovato l’appello al rispetto delle misure di prevenzione.
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