La guida al Ris, il rientro da numero due
Ma con il successore di Pollari, l’ammiraglio Bruno Branciforte, non c’è idillio. Anzi. Così Caravelli rientra al Ris-reparto informazioni e sicurezza dello Stato maggiore Difesa. Non è più nel comparto intelligence. Ma fa l’intelligence per le Forze armate.
Il ritorno a Forte Braschi, sede dell’Aise, è questione di mesi. Accade il 25 luglio 2014, direttore Alberto Manenti, presidente del Consiglio Matteo Renzi. Era uscito direttore di divisione, rientra vicedirettore. Incarico, al termine dei quattro anni, rinnovato. Poi, nella corsa alla sostituzione di Manenti, vince Luciano Carta, anche lui vice all’Aise.
Mite e prudente, il più informato
Tra le qualità di un ufficiale c’è la capacità di attendere. Caravelli ha i tratti di carattere netti di ogni abruzzese. Testardo e tenace. Scontroso solo in apparenza, molto riservato. Prudente, accorto. Grande lavoratore, dice un suo amico: «Ama le persone lineari come lui». Sottolinea un dirigente dei servizi in pensione: «Bravissimo nella raccolta, l’analisi e lo sviluppo delle informazioni».
La stima non trova eccezioni, l’aggettivo più ricorrente è «istituzionale al massimo livello». Apprezzato da Claudio Graziano, al vertice del Comitato militare dell’Unione Europea. E da Rolando Mosca Moschini, segretario del Consiglio Supremo di Difesa al Quirinale. Esigente e rigoroso ma inclusivo e cordiale sul lavoro, ha appena riportato a casa con i suoi agenti Silvia Romano. Ma non è l’unica prodezza recente.
Il volo per portare Haftar a Palermo
Tutti ricordano ansie e incertezze drammatiche per la conferenza sulla Libia a Palermo il 12 e 13 novembre 2018. Voluta a tutti i costi da Giuseppe Conte, stava per fallire: il generale Khalifa Haftar aveva deciso di non arrivare più. Il sangue gelò tra i massimi dirigenti dello Stato sul posto come il capo del cerimoniale di palazzo Chigi, Gerardo Capozza, il segretario generale della Farnesina, Elisabetta Belloni, Manenti e Caravelli.
Escorte galati
Rizolvere problemini di eiaculazione